Lotto Soudal, Caleb Ewan su sicurezza e Groenewegen: “Quando sei un velocista sai che fare le volate non è la cosa più sicura al mondo”
Caleb Ewan dice la sua sul tema della sicurezza durante le volate. Nel corso della conferenza stampa virtuale nella quale ha svelato i suoi programmi per la stagione 2021, il corridore della Lotto Soudal ha risposto a domande relative ad altri temi importanti, che riguardano alcune proposte per diminuire la pericolosità degli sprint, tra cui la possibilità di introdurre delle corsie per evitare i cambi di traiettoria, un’ipotesi avanzata qualche mese fa dall’ex corridore Theo Bos. Inevitabile, dunque, parlare anche della terribile caduta di Fabio Jakobsen durante la volata nella prima tappa del Giro di Polonia, ma anche di come reagirà il gruppo al ritorno di Dylan Groenewegen, colpevole di quell’incidente.
“Quando sei un velocista sai che fare le volate non è la cosa più sicura al mondo – ha dichiarato il 26enne australiano – Lo sappiamo tutti, anche se una strada è molto larga, che siano 5 o 10 metri, il pericolo c’è sempre. Solitamente le cadute sono colpa dei corridori, non delle barriere. Se finisci contro le transenne è perché un corridore ti ci ha stretto. Non mi preoccupano le transenne, ma che un corridore possa spingermi contro. È stato sempre così, capita che un corridore possa uscire dalla sua traiettoria, lo abbiamo visto spesso in questi anni. Tutti i velocisti hanno corso questo rischio durante la loro carriera, è qualcosa che fa parte delle volate. Non importa quali transenne siano, se ci finisci contro sai che non ne uscirai bene“.
Riguardo all’idea di Bos di creare delle corsie per i velocisti, in modo che non si possa cambiare traiettoria, Ewan ha le idee chiare: “Chiedere a un velocista di andare solo dritto è la cosa peggiore che si possa chiedere. Solitamente le tappe che terminano in volata sono abbastanza noiose, o comunque non proprio le più entusiasmanti; se si rende anche la volata noiosa, allora nessuno vorrà più fare volate. Per esempio la mia volata al Tour, penso che sia questo che piace, ma se uno dovesse andare solo dritto, non sarebbe potuto succedere. Ho sentito di questa possibilità, ma spero non succeda mai…”
Uno degli incidenti in volata della scorsa stagione che più è rimasto impresso è ovviamente quello di Fabio Jakobsen a Katowice, al termine della prima frazione al Giro di Polonia. Un finale di tappa che, con le nuove misure di sicurezza introdotte dall’UCI, potrebbe non venir più proposto: “Quel finale in Polonia è famoso per essere velocissimo. Sai che a quella velocità una caduta fa molto male, che sia in mezzo alla strada o sulle transenne. Le volate sono veloci e pericolose, è qualcosa che si sa. Chi ha paura di questo non è un velocista. Tutti i migliori al mondo sanno che un infortunio può succedere, che ti puoi fare male, e lo accettano. Anche andare in discesa a 100 km/h è pericoloso… Il ciclismo è uno sport pericoloso, lo sappiamo tutti. Se ci sono possibilità di renderlo più sicuro, è giusto provare a fare qualcosa, ma il ciclismo rimane uno sport molto pericoloso, non so cosa potrebbero fare per renderlo molto più sicuro di quanto non lo sia ora“.
L’incidente del velocista della Deceuninck-Quickstep ha portato alla squalifica di Dylan Groenewegen, colpevole di aver chiuso Jakobsen contro le transenne. Ewan crede che per lo sprinter della Jumbo-Visma non sarà facile tornare in gruppo una volta terminata la squalifica, e che il neerlandese potrebbe anche cambiare il modo in cui disputerà le volate: “Penso che per Groenewegen sarà difficile rientrare in gruppo. Non tanto per gli altri corridori, ma penso che lui sarà più nervoso, forse meno dominante nel modo in cui farà le volate. Non conosco Dylan molto bene, ognuno di noi reagisce in modo molto diverso. Non lo conosco abbastanza bene per sapere come reagirà al rientro, se è un corridore più o meno sensibile, ma se fossi io so che per me sarebbe difficile tornare in gruppo. Anche per quanto scritto in giro sui social, che sicuramente influenza. Sa di aver fatto un errore, tutti sanno che ha fatto un errore. Anche altri si sono spostati dalla loro linea, ma lui probabilmente quel giorno ha fatto uno spostamento più ampio. Questo è il suo modo di fare le volate, lo sappiamo ed era già successo. Ovviamente non voleva fare male a Fabio…”.
“Non è il primo stringere un rivale contro le transenne”, ha proseguito l’australiano, che non è sicuro che con un altro tipo di transenne Jakobsen non si sarebbe fatto male comunque: “Forse non ci sarebbero stati gli stessi problemi con altre transenne ma, in una volata come quella, sai che anche con altre transenne, a 80 all’ora, si sarebbe fatto male. Ovviamente, mentre fai la volata sei focalizzato sulla vittoria, non sulla sicurezza, perché se pensi ad andare sul sicuro non puoi fare una volata. Ma, come velocista, sai qual è il limite, se qualcuno ti sta superando e stringi, sai quando rischia di cadere. Penso che sostanzialmente sapesse cosa stesse facendo“.
Il 26enne, comunque, non crede che Groenewegen verrà ostacolato dagli altri corridori quando rientrerà in gara: “Non penso sarà boicottato dal gruppo. Comunque, io posso solo parlare per me, mi concentrerò sulla mia volata, non sul non fargli fare la sua. Forse non sarà proprio il benvenuto al rientro in gruppo, ma comunque non penso parlasse poi con così tante persone sinora, quindi in questo non cambierà molto per lui. Non lo vedevo spesso parlare con gli altri già prima, sinceramente”.
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